ESERCIZIO 5: vanità e amor proprio

ESERCIZIO 5: vanità e amor proprio

Mi ricordo di non salutare mai per primo.
 
Per la strada, a casa, al lavoro, al telefono e in qualsiasi circostanza, quando incontro o incrocio qualcuno che conosco, sia esso un amico, un conoscente, un parente, un collega o uno dei miei capi, non saluto mai per primo. 
 
Questo esercizio permette di osservarmi nei meccanismi di identificazione e di automatismo nel rapporto con gli altri. Come mi sento? Cosa accade in me? Come reagisce la mia mente?
 
Quanto è importante l’opinione che gli altri hanno di me? 
 
Ho la possibilità di vedere molti condizionamenti e si osservare le attitudini della mia macchina-umana. 
 

“Nell’Insegnamento, due tra i nemici principali per la nostra possibilità di Liberazione sono la vanità e l’amor proprio, o orgoglio. Per particolari ragioni, sono anche chiamati Signora Vanità e Signor Amor Proprio. Sono come due guardiani, e personalmente vi consiglio di non sprecare il vostro tempo con saccenterie a loro proposito, ma di osservare voi stessi e ragionare attivamente CON VOI STESSI. Per esempio, rispetto all’orgoglio, se qualcuno o qualcosa lo ferisce ci fa male subito e per molto tempo. E i sentimenti feriti chiudono per inerzia tutte le porte, tagliandoci fuori dalla vita. Io vivo. La vita è all’esterno. Quando sono in relazione con l’esterno, io sono vivo. Se credo che la vita sia solo all’interno, non è vita. Non posso vivere solo con me stesso, sono legato al mondo esterno e questo vale per tutti. 

Tutti gli uomini desiderano la liberazione, consapevolmente o meno. Ci sono due tipi di liberazione, la Piccola Liberazione e la Grande Liberazione. Non si può avere la Grande Liberazione se non si è prima ottenuta la Piccola Liberazione. La Grande Liberazione è una liberazione dalle influenze esteriori. La Piccola Liberazione è una liberazione dalle influenze interiori.”
GURDJIEFF
 
 
Potete scrivere un commento per qualsiasi domanda, chiarimento, richiesta di suggerimento o condivisione in base alla vostra esperienza con l’esercizio, a cui saremo felici di rispondere per essere di supporto.
 
 
 
 
 
8 Comments
  • Roberto
    Posted at 11:32h, 13 Giugno Rispondi

    Mentre per gli altri esercizi è solo questione di ricordare (che comunque non è così facile…), per questo ho come l’impressione di essere maleducato aspettando sempre che sia “l’altro” a salutarmi per primo o comunque mi sembra di tenere un atteggiamento di supponenza, come se io fossi più importante degli altri! Non so se mi sono spiegato e se questo è normale!

    • Savino
      Posted at 15:02h, 15 Giugno Rispondi

      Caro Roberto,

      grazie per il tuo utile commento e per aver centrato uno dei punti focali dell’esercizio.
      La tua reazione è normale e ti può fornire una grande possibilità di osservazione rispetto a quella parte di te che “si preoccupa” dell’opinione altrui e che ti ruba energia preziosa.
      Continua a praticare l’esercizio così da poter sondare ulteriormente le tue reazioni e, un po’ alla volta, cercarne la radice. Restiamo a tua disposizione per altre impressioni e condivisioni.
      Buona giornata a te e buona pratica.

      Un caro saluto

      Savino

  • Giulia
    Posted at 14:48h, 14 Giugno Rispondi

    Nel fare questo esercizio incontro molte resistenze, molte parti di me reagiscono all’imposizione di non salutare: “cosa penserà l’altro di me, che sono maleducata..”, “si arrabbierà con me..”, “farò brutta figura..”, “non mi vedrà più sotto una buona luce”..
    Anche a me come a Roberto si affaccia la paura di sembrare supponente… Osservo in queste reazioni cosa si muove dentro di me nel semplice salutare l’altro, che prima non vedevo… Osservo un io che tiene in alta considerazione la propria reputazione con l’altro, un io che tiene molto alla propria importanza.. Grazie per questa difficile prova e preziosissima opportunità di sondare anche queste parti di me.

    • Savino
      Posted at 15:11h, 15 Giugno Rispondi

      Cara Giulia,

      grazie a te per la condivisione e per la tua tenacia.

      Come diceva Michel De Salzmann, “Osservare è la fonte infinita della libertà interiore”.

      Non mollare e prova a chiederti: quanta energia e forza vitale consumo nel reagire alle aspettative degli altri o a quello che immagino possano essere le loro opinioni?

      Ti saluto con questa domanda e ti abbraccio con affetto. Abbi cura di te.

      Savino

  • Géraldine
    Posted at 22:16h, 26 Luglio Rispondi

    Questo esercizio è quello che mi è riuscito meglio e sento giovamento… Aspettare quei pochi secondi prima di salutare e quasi sempre ti salutano gli altri prima… Chi non saluta mi accorgo che è semplicemente perché è assente. C’è chi in pochi casi non saluta di proposito, ma la cosa non mi tocca più, mi è capitato di guardarli nel momento presunto del saluto senza che nessuno dicesse nulla, come ci fosse un accordo tra i due. Grazie di tutto

    • Savino
      Posted at 12:07h, 27 Luglio Rispondi

      Cara Géraldine,

      grazie a te per il messaggio e per la tua dedizione all’esercizio.
      Con il tuo lavoro contribuisci ad aiutare tutti coloro che lo stanno sperimentando.

      Prova a procedere in profondità e continua a praticarlo mantenendo l’Attenzione su quello che “nasce e scaturisce in te e da te” nel momento del non-saluto, senza verificare o accordarti alle reazioni e ai comportamenti degli interlocutori, neanche con un gioco di sguardi. E’ normale che le nostre attitudini ci portino a voler mantere un contatto con chi ci sta intorno. Ma posso chiedermi: quanto sono vincolato (anche energeticamente) all’approvazione degli altri? Cosa muove in me un’accettazione o un rifiuto dal mondo circostante? Riesco a mantermi neutro e senza giudizio verso me stesso e verso altri?

      Un abbraccio di cuore e buona giornata

      Savino

  • Elena
    Posted at 13:35h, 02 Settembre Rispondi

    Buongiorno a tutti,
    Questo esercizio in realtà mi ha stupido perché a me non capita quasi mai di salutare per primo ma è dovuto al fatto che io cammino distratta o ogni volta che me lo fanno notare salutandomi mi sento in colpa per non accorgermi mai di nessuno, e questo avviene con amici e parenti.
    Con i conoscenti o ad esempio le persone nel mio palazzo non mi viene proprio, Ho sempre pensato di essere un po’ maleducata forse, ma poi lo sforzarmi mi da ancora più fastidio e quindi continuo a non farlo.
    Sarà comunque giusto?

    Un abbraccio Elena

  • Savino
    Posted at 02:31h, 04 Settembre Rispondi

    Cara Elena,
    grazie per il tuo messaggio e per la condivisione.
    L’esercizio in questione può aiutare a vedere molti condizionamenti nel rapporto con gli altri e con l’amor proprio o l’orgoglio personale.
    Verrebbe da chiederti: come mai ti senti in colpa quando non saluti e ti viene fatto notare, se il solo motivo è la distrazione?
    Può essere un’ottima occasione per osservare le tue reazioni interne.
    Se la tua tendenza è quella di non salutare e di infastidirti nel farlo potresti capovolgere l’esercizio e salutare per prima! Anche in questo caso puoi osservare cosa accade in te.
    Scrivici quando vuoi per farci sapere come va con l’esercizio, siamo qui.
    Un caro saluto
    Savino

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