I Movimenti come strumento di osservazione e di risveglio.
Il primo passo verso una consapevolezza di sé stessi nel cuore della vita quotidiana.

“Se un uomo ragiona e pensa bene, non importa quale cammino egli segua, deve inevitabilmente ritornare a se stesso e cominciare dalla soluzione del quesito di chi egli stesso sia e di quale sia il suo posto nel mondo che lo circonda.”
G. I. Gurdjieff riscopre all’inizio del secolo scorso queste misteriose ed antiche danze orientali che, fino ad allora, venivano tramandate segretamente da Maestro a discepolo. Dopo aver praticato le danze in Oriente, Gurdjieff fonda in Occidente “l’Istituto per lo Sviluppo Armonico dell’Individuo”, in cui le Danze Sacre ricoprono un importante ruolo.
Le Danze e i Movimenti aiutano ad acquisire maggior consapevolezza della mente, del corpo e delle emozioni. Non richiedono una particolare capacità fisica o studi precedenti: il loro scopo è quello di creare uno spazio di silenzio ed auto-osservazione. Quando si incomincia, ciò che colpisce di più in questa disciplina, è una sensazione simultanea di costrizione e di libertà. Si tratta di un nuovo alfabeto che corrisponde ad un linguaggio altrettanto nuovo, un modo diretto di conoscere che consente al corpo di sentire la propria “meccanicità” e che, allo stesso tempo, lo prepara a ricevere correnti di energia inaccessibili fino ad allora.
È nei termini di un’apertura al sacro che si devono comprendere le Danze di Gurdjieff.
La musica gioca un ruolo fondamentale nell’esperienza: essa ha una relazione intima con il significato interiore dei Movimenti e dà sostegno al loro ritmo, alla loro espressione divenendo parte di un’alchimia generale.
I movimenti si indirizzano all’insieme del nostro essere attraverso molti mezzi differenti. Ciò spiega la loro sorprendente diversità. Ogni movimento va a sviluppare e a metterci in contatto con qualità diverse quali ad esempio: la volontà, il silenzio, la bellezza, la connessione tra il femminile, il maschile ed il sacro.
Abbandonando tutte le tensioni in una certa forma di lasciare andare si diviene liberi di agire.

Gurdjieff non chiedeva di credere, ma al contrario, di essere critici, sperimentare e verificare da sé!
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