15 Apr Riccardo Orlando racconta la sua esperienza
Sono arrivato alle Danze per caso, dopo una serie di coincidenze e occasioni che la vita mi ha offerto.
In quel periodo sulla copertina di un disco era riportato il titolo del libro “Incontri con uomini straordinari” di Gurdjieff. L’ho letto e in un piccolo paragrafo parlava proprio delle Danze. In quei giorni ho trovato un volantino di un corso di Danze Sacre con Shurta.
Prima di allora non avevo mai avuto esperienze del genere e senza alcuna conoscenza ho deciso di iscrivermi.
Il primo approccio fu con la visione di un video di Movimenti. Era la prima volta che li vedevo e ho avuto una sensazione di nostalgia, sapevo che avrebbero fatto parte della mia vita…
La prima difficoltà è stata quella di accettare il giudizio che ho su di me. Le prime volte, nel mettere insieme le braccia, le gambe e la testa oppure sbagliando un movimento mi sentivo inadeguato. Ancora oggi mi ci sento e mi giudico quando pratico completamente identificato con la personalità.
Ci sono state e ci sono occasioni dove ho avuto degli attimi in cui le Danze sono avvenute senza che la mia personalità si intromettesse, accadendo e basta.
Attimi che ho continuato a provare e che si sono dilungati e hanno trovato più spazio portandomi ancora nella sensazione di nostalgia di far parte di qualcosa che ho dimenticato.
Gran parte di questo lavoro è per me ciò che più si avvicina alla verità o a ciò che è vero dentro di me.
I Movimenti mi mettono a nudo e mi fanno vedere cose che non mi piacciono, ma prenderne atto è proprio il punto di partenza per cominciare a lavorare su di me.
Come ho detto è un lavoro duro che non sempre mi sento all’altezza di affrontare. Nonostante ciò se penso alla mia vita senza le Danze la vedo vuota e senza speranza.
Col tempo ho capito l’importanza di condividere tutto ciò con un gruppo. Non sono in grado di lavorare senza il sostegno di altri che hanno lo stesso intento né senza dar loro sostegno.
Gli altri sono spesso uno specchio importante. L’energia che si crea lavorando insieme è per me di grande aiuto a condizione di non disperderla. Sento che con il passare degli anni la passione e l’entusiasmo dell’inizio si sono persi o forse trasformati in qualcos’altro, ma si è cristallizzata dentro di me una profonda gratitudine per questo lavoro, che ancora oggi continuo ad approfondire e a trasmettere ad altri.
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