06 Giu Un’esperienza durante un seminario
Quel giorno, mentre ero in fila durante la pratica delle danze, ho sentito per alcuni attimi un gusto nuovo, una differenza dal “solito”, una Presenza che non era situata nelle mie emozioni, a cui tanto sono affezionata, né nei pensieri, ed è stato come aprire gli occhi per la prima volta.
Per la prima volta avevo uno spazio da cui osservare, in pace.
Voglio continuare in questo Lavoro, per avere l’energia di ricordarmi di me, di quella Presenza e di quello spazio interiore; non voglio dimenticarlo.
Voglio Lavorare con questo Insegnamento perché sento essere l’unica cosa che posso fare realmente, l’unico centro di gravità e di verità che ho la possibilità di avere.
Vivo imprigionata nelle mie abitudini che senza rendermene conto amo e difendo, ho mille “io” che tengono le redini della mia esistenza, definisco il mondo fuori e me stessa partendo da convinzioni e pensieri che sono impressi in me, e che meccanicamente delineano le situazioni che mi trovo a vivere.
Non conosco nulla per davvero.
E non voglio vivere così.
Da questo spazio di cui ho avuto un assaggio mentre danzavo, non esiste dolore o paura che sia più forte, o più spaventosa, o reale; voglio nutrire questo spazio ed espanderlo sempre di più.
Voglio lavorare per svegliarmi, per quanto lungo possa essere come percorso, voglio cadere e morire pezzo per pezzo, “io” per “io”, abitudine per abitudine, attaccamento per attaccamento, voglio andare dietro a tutte queste maschere attraverso le quali vivo e attraverso le quali credo che ciò che dico, faccio, penso, sia reale, e lasciarle andare.
E se questo è un altro “io” che parla, quando avrò abbastanza energia per farlo voglio vedere anche lui.
Giulia Molino
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