L’importanza dello sforzo nella pratica

L’importanza dello sforzo nella pratica

Movimenti, Pauline de Dampierre, Sforzo, Leggi universali

Le difficoltà incontrate dall’allievo nei Movimenti sono le stesse che egli incontra nella vita. Intervista a Pauline de Dampierre

 

Potrebbe dire qualcosa sulla natura dello sforzo nella pratica dei Movimenti?

Se si assiste alla pratica dei Movimenti, si può vedere che essi sono qualcosa di più di semplici esercizi ritmici accompagnati dalla musica appropriata. Ciò che si osserva sarà una sequenza di posizioni, spesso di genuina bellezza, che si susseguono nel rispetto di leggi precise.
Siano essi lenti, contemplativi, oppure vigorosi, si ha la sensazione che essi richiedano da chi li esegue una concentrazione molto intensa.

[…] Si ha successo solo fino ad un certo punto. Quando però lo studente incomincia a collegare quanto sta facendo con ciò che è divenuto per lui un obiettivo essenziale, egli passa di scoperta in scoperta. Scopre che la difficoltà di cui fa esperienza nei Movimenti corrisponde a quanto si frappone al suo cammino in qualunque cosa faccia nella sua vita.

Non è solo quando si confronta con la richiesta di fare l’esercizio che egli è pesante, goffo, incapace di donarsi interamente, è così che egli vive in ogni momento. Scopre la sua condizione reale. Brucia nel fuoco della sua scoperta. Lo sente perché una nuova speranza, a lui sconosciuta fino ad ora, gli è apparsa. […]

 

Lei ha parlato della bellezza che può apparire in questi movimenti. Che cosa intendeva esattamente?

Intendevo parlare soprattutto di una bellezza sorprendente che può apparire talvolta durante un esercizio. Essa viene dopo un momento di sforzo intenso in cui, per un istante, la nostra personalità si ritira e traspare un’altra qualità di essere. Poi emerge una presenza, radiante, maestosa e riverente. È indimenticabile.

 

Da un’intervista a Pauline de Dampierre (m. 2003), allieva di Gurdjieff al tempo degli incontri in rue du Colonels Renard e insegnante di Movimenti

 

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