Spogliarsi dalle illusioni

Spogliarsi dalle illusioni

Ancora prima di intraprendere lo studio di tale meccanicità e di tutti i principi inerenti a una corretta osservazione di sé, l’uomo deve decidere una volta per tutte di essere incondizionatamente sincero con sé stesso, di non chiudere gli occhi su niente, di non rinnegare alcuna constatazione ovunque essa possa condurlo, di non temere alcuna conclusione e di non farsi limitare da alcun preconcetto; inoltre, affinché la spiegazione di tali principi possa venire adeguatamente compresa e assimilata da chiunque segue questo nuovo insegnamento, è indispensabile istituire una forma di “linguaggio” appropriato perché la forma attuale è assolutamente inservibile nelle nostre spiegazioni.

Per quanto riguarda la prima condizione, sin dall’inizio è bene avvertire che chiunque non sia abituato a pensare e ad agire secondo linee conformi a tali principi di osservazione di sé, avrà bisogno di un grande coraggio per accettare sinceramente i risultati ottenuti e per non lasciarsi scoraggiare; anzi, al contrario, egli dovrà sottomettervisi e perseverare con la tenacia crescente che un simile studio esige. Le conclusioni potranno essere tali da mettere “sottosopra” tutte le convinzioni e credenze già ben radicate e l’intero assetto dell’ordinaria visione del mondo; in simili casi un uomo può vedersi spogliato, forse per sempre, di tutte le piacevoli illusioni e di tutti i “valori affettivi” che gli avevano assicurato finora una vita tranquilla e confortevole.

Grazie a una corretta osservazione di sé, un uomo sin dai primi giorni può comprendere chiaramente e riconoscere senza alcun dubbio la propria totale incapacità e impotenza di fronte a tutto ciò che lo circonda.
Egli si convincerà con l’intero suo essere di venir comandato e padroneggiato in tutto, mentre a sua volta non padroneggia e non comanda un bel niente.
Egli viene attratto e respinto non solo dalle cose animate, che hanno in sé la capacità di scatenare tutta una serie di associazioni, ma anche da cose completamente inerti e inanimate.

Se è capace di liberarsi radicalmente dall’immaginazione su di sé e dalla tendenza ad addormentarsi – impulsi divenuti ormai inerenti all’uomo contemporaneo – egli saprà che tutta la sua vita non è altro che una cieca reazione a tali attrazioni e repulsioni.
Egli vedrà chiaramente come si sono formate le sue presunte visioni del mondo, le sue opinioni, i suoi gusti, il suo carattere, eccetera; in breve, come si è costituita la sua individualità e per effetto di quali influenze sia possibile cambiarne alcuni aspetti.

(G.I. Gurdjieff, “I racconti di Belzebù a suo nipote“)

 

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