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Perché secondo Gurdjieff i Movimenti sono importanti?

Perché secondo Gurdjieff i Movimenti sono importanti?

Movimenti, Gurdjieff, Danze Sacre, Pauline de Dampierre, Presenza, Lavoro su di SéI Movimenti occupano un posto importante nell’insegnamento di Gurdjieff. Qual è il loro ruolo?

Il Lavoro dei Movimenti fornisce condizioni speciali che ci consentono di comprendere, attraverso l’esperienza, alcuni aspetti dell’insegnamento che altrimenti non sarebbero accessibili.

Il primo aspetto ha a che fare con il ruolo del corpo. Normalmente il principiante non comprende esattamente il significato dei Movimenti. Egli non è cosciente della relazione che esiste fra la condizione del suo corpo e di quanto egli stia cercando all’interno di se stesso. I Movimenti sono un modo specifico per studiare questa relazione. In alcuni momenti, essi gli rivelano le sorprendenti risorse che il suo corpo può portare alla ricerca interiore quando è richiamato nel modo corretto. In altri momenti, essi gli indicano quanto il corpo divenga un ostacolo con le sue tensioni e la sua inerzia.

Un altro aspetto ha a che vedere con l’importanza dello sforzo nel Lavoro. I Movimenti ci indicano il profondo effetto che gli sforzi possono avere quando sono fatti in condizioni create sulla base di una conoscenza precisa. Quando si superano difficoltà che sembravano insormontabili, lo stato interno dell’essere cambia. La fatica ed altri ostacoli svaniscono. Si potrebbe quindi affermare che lo sforzo ha di per sé un autentico potere di trasformazione. L’emozione diviene più fiduciosa, il pensiero più chiaro, il corpo più leggero. E quando l’esperienza è conclusa, il corpo ne conserva una traccia. Non è più esattamente lo stesso. È stato battezzato, iniziato. È uno stato di benessere equilibrato.

Vi è poi un terzo aspetto che ha a che vedere con lo scopo. Teoricamente può sembrare ovvio, ma in pratica non lo è. Si deve comprendere che la qualità di ciò di cui si fa esperienza dipende soprattutto dalla qualità del proprio scopo.
Se lo scopo è semplicemente il piacere di essere in movimento, di seguire la musica, di essere in grado di rispondere a quanto richiesto, non si potrà oltrepassare una certa soglia. Il movimento ha significato solo quando è accompagnato da quel raccoglimento interno che Gurdjieff chiamava uno stato di presenza.

Da Un’intervista con Pauline de Dampierre

 

 

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