Origine della musica di Gurdjieff

Origine della musica di Gurdjieff

“Era molto antica”, “esercitava un forte effetto emozionale”. La musica di Gurdjieff nei ricordi  di Kenneth Walker

 

“Gurdjieff porta con sé il suo speciale strumento, un tipo insolito di fisarmonica.

Bilanciandola sul suo ginocchio, egli preme avanti e indietro con la mano sinistra una cerniera munita di cardini sul retro della fisarmonica e, in questo modo, ottiene una quantità d’aria intermittente.
La sua mano destra poggia sulla tastiera e, a volte improvvisando e a volte a memoria, egli tira fuori dal suo strumento una musica di un tipo che non ho mai ascoltato prima. È in una tonalità minore e, in alcuni momenti, mi richiama alla memoria la canzone che i portuali maomettani cantavano quando, molti anni fa, a Suez, le stive della nostra nave venivano riempite di carbone, mentre, in altri, mi ricorda più la musica lamentosa che ascoltavo da bambino quando il mare entrava ed usciva attraverso lo stretto ingresso di una caverna.

Gurdieff ci diceva assai poco riguardo alla musica che aveva raccolto durante i suoi viaggi, ma era ovvio che provenisse da varie fonti.

Una parte di essa era chiaramente, in origine, una musica da lavoro, canzoni che le persone di campagna cantavano esercitando ognuna il proprio mestiere. C’erano, per esempio, le canzoni tradizionali cantate dai vecchi fabbricanti di tappeti dell’Asia Centrale mentre stavano accovacciati sul pavimento di un grande capannone a cardare, filare e tingere le loro lane, oppure intrecciarle secondo disegni locali ben noti. Gurdjieff descrisse come, in una sera d’inverno, un intero villaggio prendesse parte a questo lavoro in cui ognuno aveva il proprio compito da svolgere, con un accompagnamento musicale specifico.

Un’altra fonte da cui aveva tratto ispirazione era la musica sacra ascoltata nei vari monasteri che aveva visitato. Monasteri di molti tipi: greci Ortodossi, Esseni e Sufi. Io personalmente non ho una grande conoscenza della musica e posso dire soltanto due cose di quella che Gurdjieff suonava: prima di tutto, che era molto antica e, in secondo luogo, che esercitava un forte effetto emozionale sulla maggior parte di coloro che l’ascoltavano.”

 

Kenneth Walker, Viaggio nella Quarta Via. Diario di un’esperienza esoterica al seguito di Gurdjieff e Ouspensky, cap. 11. Walker fu allievo di Ouspensky e di Gurdjieff. 

 

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