23 Gen L’alfabeto delle antiche civiltà: le danze sacre
Ad osservare questi Movimenti si ha l’impressione che essi contengano un tipo di conoscenza di cui la nostra civiltà moderna non è consapevole. Si potrebbe dire che le posture dei Movimenti e la loro sequenza siano l’alfabeto di questa conoscenza, il suo linguaggio?
Per parlare di questo, vi è qualcosa di più fondamentale che dobbiamo comprendere su questi Movimenti, a che cosa essi possono servire attraverso di noi. È difficile esprimerlo, e tuttavia è molto reale. Quando li avete praticati in alcune condizioni, potete talvolta sentire che uno stato differente vi stia guidando in alcuni momenti, uno stato molto attivo, vibrante.
Il corpo si sente più libero, come se fosse più leggero, animato da ciò che potremmo chiamare una qualità più sottile di energia. E siete lì, senza interferire, testimoni di ciò che sentite essere un nuovo linguaggio, che non può essere tradotto in parole o in commenti.
Di fatto, la tentazione di fare questo compare solo quando l’esperienza è passata. Ciò che è espresso in quel momento è così puro, così al di sopra del nostro normale livello di manifestazione, che solo una cosa conta: che il corpo e l’attenzione rimangano sufficientemente liberi da rimanere in contatto con questo nuovo tipo di energia.
Tutto ciò però sembra qualcosa di molto elevato. È veramente possibile parlare di questo tipo di cose a persone che non ne abbiano fatto l’esperienza?
Sì, è molto difficile.
Come trovare le parole che ci consentano di sentire quanto stiamo cercando di discutere? Come, ad esempio, tradurre in parole le espressioni ricevute da alcune opere d’arte del passato, romaniche, gotiche o egizie? Avvertiamo che sono manifestazioni di un qualcosa di non conosciuto, di una certa vibrazione che risveglia un’eco al nostro interno, e tuttavia quest’eco non perdura.
Ritengo che tutte le persone sensibili conoscano e riconoscano l’esistenza di energie più sottili. Possono percepirle istintivamente ed essere toccati da esse. Questa qualità di bellezza dovrebbe arrestarci sul nostro percorso e condurci verso una domanda più profonda. Ciò però normalmente non avviene. Normalmente, queste impressioni alimentano solo il nostro senso estetico ed il vano senso di superiorità che lo accompagna.
Intende dire che la maggior parte di noi non comprende lo scopo della grande arte?
Dirò di più. Dirò che nessuno di noi può comprendere direttamente queste cose. Si deve comprendere che le opere d’arte di questa qualità non sono creazioni isolate. Sono parte di un tutto, di una conoscenza che ha a che fare con lo sviluppo dell’uomo, con la sua evoluzione. Ci parlano di realtà di un livello più elevato. Sebbene la mente non le comprenda, esse toccano e risvegliano alcune parti del nostro inconscio. Le forme che assumono costituiscono un linguaggio. Avvertiamo un momento di vita che passa attraverso di loro, simile a quello che avvertiamo di fronte alla natura. E ciò evoca in noi un senso di meraviglia.
Allora i Movimenti sono lavori di grande arte come le Piramidi o le cattedrali gotiche?
Come minimo, ciò che hanno in comune è che né queste opere né i Movimenti furono creati per la loro bellezza, né lo scopo principale dei Movimenti ha a che fare con l’abilità necessaria per eseguirli. Sono stati creati per la qualità di energia che possono convogliare.
E quando l’obiettivo è così elevato, deve essere perseguito.
Tratto da un’intervista con Pauline de Dampierre
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