La Scienza dei Movimenti

La Scienza dei Movimenti

Divenire uno strumento dell’Energia universale

Scienza dei Movimenti, Energia Universale, Apertura al Sacro, Danze SacreQuando si incomincia, ciò che colpisce di più in questa disciplina è una sensazione simultanea di costrizione e libertà. Si scopre una nuova vita in un corpo che è stato fino ad allora limitato dalla sua educazione, dalle sue abitudini acquisite, fisiche, mentali o altre e che, quando è libero, ci apre ad un mondo di impressioni ed esperienze sconosciute.

Si richiede costantemente di portare attenzione al corpo. Un confrontarsi spietato con questi esercizi e danze, e soprattutto con la propria incapacità di “conformarsi al modello”, procura spesso un autentico shock. Siamo forzati a riconoscere adesso, attraverso l’esperienza personale, che i nostri movimenti sono sempre automatici. L’impulso che li dirige è incontrollato e senza relazioni: che si tratti di un pensiero, di un sentimento o di una reazione motoria, una funzione automatica si stacca dal resto e risponde per il tutto.

Alla luce di questo disordine e confusione, è essenziale un nuovo equilibrio. Non abbiamo però ancora il potere di trovarlo.

L’impossibilità e la mancanza di unità che osserviamo quando incominciamo sono fra gli aspetti più arricchenti e rivelatori della ricerca, che ci aprono ad una prospettiva interamente nuova dello sviluppo della coscienza. Ci rendiamo conto che ciò che viene esercitato oggi fino ad ora non era mai stato toccato in quel modo.

Si tratta di un nuovo alfabeto che corrisponde ad un nuovo linguaggio, un modo diretto di conoscere che consente al corpo di sentire la propria meccanicità e che, allo stesso tempo, lo prepara a ricevere altre correnti di energia inaccessibili fino ad allora. Nuovi atteggiamenti, che sorgono da un differente ordine interiore, incominciano a sfidare un intero repertorio di reazioni automatiche profondamente radicate.

[…] Forse che il corpo sia potenzialmente lo strumento di tutte le energie nel mondo creato? Se si facesse esperienza di questo, ciò non darebbe forse una dimensione totalmente differente alla ricerca del sacro? Potrebbe il corpo veramente essere il tempio di Dio, colui che riceve e trasforma tutte le energie che passano attraverso di esso?

[…] È proprio nei termini di un’apertura al sacro che si devono comprendere le danze che G.I. Gurdjieff ci ha portato. Quest’apertura può liberarci dalla nostra meccanicità, rivelando nel contempo l’aspetto “essenziale” della nostra natura.

[…] La propria apertura a questa azione è costantemente messa alla prova nella pratica dei Movimenti, ed è questo l’esercizio essenziale. Tuttavia, per essere sufficientemente sensibili, si deve essere in grado di lasciare andare quello stato di tensione che compare ad ogni istante in una forma o in un’altra, sia questa un eccesso di volontà, l’agitazione della mente, il desiderio di risultato, o un qualunque tipo di paura.

Ciascuna di queste tensioni può impedire il flusso libero e morbido dei gesti nei loro propri ritmi, alterando in questo modo la loro espressione ed il significato sacro della danza. Sono in giuoco l’equilibrio e l’unità dell’essere. È solo abbandonando tutte le tensioni in una certa forma di lasciare andare che ci si apre ad un’altra forza di attrazione e si diviene liberi di lasciarsi agire.

Si sarà allora forse più vicini all’esperienza fondamentale di un’attenzione che emana da una fonte superiore alle funzioni ordinarie e che produce un’esperienza il cui significato va ben oltre a quanto il partecipante possa aver conosciuto fino a quel momento.

In ricezione di tutte le influenze, posti fra “il cielo e la terra”, diveniamo il punto di incontro, il mediatore fra due mondi, il mondo umano ed un altro da cui proviene l’energia più elevata che possiamo conoscere. Solo questa energia è in grado di trasformarci, liberarci e di cambiare il nostro “stato”.

[…] Nel riconoscere il corpo come colui che riceve e trasforma tutte le energie che passano attraverso di esso, e nel ricercare l’equilibrio, la misura, ed il perfezionamento della sua stessa sostanza, G.I. Gurdjeff ha fatto della scienza dei movimenti una delle basi del suo insegnamento.
Le Danze sacre sono fra le testimonianze più vitali del lavoro di colui che si definiva “semplicemente”, come diceva lui stesso: Un maestro di danze.

Parte di un’intervista di Marthe de Gaigneron

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